Giustizia, Il Cnf apre le porte ai beneficiari della messa alla prova
Il Consiglio nazionale forense aderisce a un progetto di giustizia riparativa e apre le porte delle sue sedi agli imputati ammessi all’istituto della messa alla prova per lo svolgimento di lavori socialmente utili, riaffermando così il ruolo di promozione sociale della avvocatura.
Il plenum del Cnf, riunito in seduta amministrativa, ha deliberato oggi di aderire alla proposta di convenzione del ministero della Giustizia per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità presso le sedi del Cnf e delle sue fondazioni per gli imputati che possono beneficiare dell’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova. L’istituto, introdotto nell’ordinamento giuridico italiano per gli adulti nel 2014, prevede, per quei reati per cui è prevista una pena non superiore a quattro anni di reclusione, un programma di recupero con la prestazione di attività lavorative con finalità sociali e di volontariato, da svolgere presso enti, organizzazioni e amministrazioni pubbliche. Il Cnf, coerente con la funzione sociale del ruolo dell’avvocato, aderisce con convinzione al progetto rieducativo e confida in una crescente sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso un sistema sanzionatorio non esclusivamente punitivo e maggiormente in linea con i principi più volte evocati dalla Cedu.
Roma, 17 luglio 2020