Ancora arresti di massa di Avvocati in Turchia
Roma, 20 novembre 2020 - Trentuno avvocati iscritti agli ordini di Diyarbakir, di Sirnak, e di Adiyaman sono stati arrestati nell’ambito di una inchiesta della Procura Generale di Dyarbakir che ha condotto, complessivamente, al fermo di oltre cento persone, tra le quali giornalisti ed appartenenti ad ONG, accusati di avere costituito un’associazione “illegale”.
Gli avvocati arrestati hanno subito perquisizioni e sequestri anche dei computer e dei documenti informatici in essi contenuti, in violazione delle regole poste a tutela del segreto professionale ed in base ad accuse generiche.
Il Consiglio Nazionale Forense esprime la propria solidarietà ai colleghi turchi che continuano a pagare un prezzo altissimo per la loro lotta in difesa della libertà dell’esercizio della professione forense e dello stato di diritto.
Questi i nomi dei 31 avvocati arrestati : Bünyamin Şeker, co-présidente dell 'Associazione degli avocati per la libertà (ÖHD), Abdulkadir Güleç, Ahmet Kalpak, Aydin Kesmez, Cemile Turhalli Balsak, Devrim Barış Baran, Diyar Çetedir, Edip Yigit, Elif Tirenç Ipek Ulas, Ferda Miran, Feride Laçin, Gamze Yalçin, Gevriye Atlı, İmran Gökdere, Kamuran Kurtar, Mahsum Bati, Muhammed Serdar Özer, Neşet Girasun, Pirozhan Karali, Resul Tamur, Seda Tanrikulu Kaya, Sedat Aydın, Serdar Özer, Serdar Talay, Serhat Karasin, Sinem Ciçek Carus, Sivan Cemil Özen, Velat Alan, Serhat Aktan, Haknas Sadak, Bulent Temel.
Il C.N.F. chiede l’immediato rilascio degli avvocati arrestati ed il rispetto della libertà di espressione.
Il C.N.F. chiede ancora una volta alle Autorità turche di rispettare i principi di base dell’ONU relativi al ruolo degli avvocati, adottati a L’Avana nel 1990, che prevedono tra l'altro che:
-"Le autorità pubbliche assicurano che gli avvocati (a) siano in grado di svolgere tutti i loro doveri professionali senza ostacolo, intimidazione, molestia o indebite interferenza; (b) possano viaggiare e consultare liberamente i propri clienti, sia in patria che all'estero; e (c) non siano fatti oggetto, ne siano minacciati, di essere sottoposti a procedimento oppure a sanzioni economiche o altro per qualsiasi azione intrapresa in conformità con i loro obblighi e principi professionali riconosciuti e con la loro deontologia "(Principio 16);
-“Qualora la sicurezza degli avvocati sia minacciata in conseguenza dell'esercizio delle loro funzioni, essi devono essere adeguatamente salvaguardati dalle autorità” (Principio 17).