La presidente del Cnf Maria Masi scrive al direttore del Fatto quotidiano
La neo eletta presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi, scrive al direttore del Fatto quotidiano, Marco Travaglio, per chiedere la rettifica del titolo apparso sul quotidiano del 25 gennaio, “La Consulta cancella la censura sulla corrispondenza tra i detenuti al 41-bis e avvocati. Geniale: così i boss potranno ordinare omicidi e stragi per lettera”.
«È inaccettabile – scrive la presidente del Cnf a Travaglio - il messaggio distorto che si evince dal titolo citato che ammanta di supposta illiceità la figura dell’avvocato, ingenerando nel lettore il dubbio che il difensore, anche solo potenzialmente, possa essere la longa manus del proprio assistito. Ciò diventa ancor più fuorviante in casi in cui il detenuto sia ristretto a regime cd. “duro”».
«L’Avvocatura istituzionale – prosegue - non può consentire che alcuna testata giornalistica, ivi inclusa quella che Ella dirige, possa velatamente affermare che i difensori si possano rendere potenzialmente portatori e portavoce di illeciti “commissionati” dai propri assistiti».
«La funzione dell’avvocato – sottolinea Masi - che qualcuno può ritenere - a torto, ovviamente - da eliminare, al contrario è essenziale al corretto esercizio della giurisdizione per la tutela dei diritti di difesa dei propri assistiti, anche di quelli che si siano resi responsabili di reati più gravi». «L’inviolabile diritto di difesa, come pure affermato dalla Corte costituzionale, non va negato a nessuno ed è infamante anche il solo malcelato intento di delegittimare l’Avvocatura con affermazioni di tal fatta», conclude la presidente del Cnf Masi.