Intervento della Presidente del CNF Maria Masi all'inaugurazione dell'Anno giudiziario in Cassazione

«Urge, oggi più che mai, che le norme, siano almeno chiare, perché, soprattutto se dettate da condizioni emergenziali, una errata interpretazione ne condiziona inevitabilmente l'attuazione. Confusione e poca chiarezza stanno alimentando, oltre alla paura per il pericolo che ancora incombe, stanchezza e disillusione anche da parte di chi ha sempre rispettato doveri e regole e ha collaborato con convinzione alle politiche per il Paese. Sentimenti diffusi gravi che chi ha la responsabilità di decidere per gli altri e di governare non può ignorare ma deve affrontare, impedendo che si traducano in rassegnazione o peggio in assuefazione».
«Oggi a distanza di quasi un secolo “scontiamo” un altrettanto formidabile problema di educazione che investe tutta la comunità civile e anche l’ordinamento giudiziario. Da un lato la crisi dell'avvocatura che oggi è anche e soprattutto una crisi identitaria, imputabile sicuramente alla sua endemica resistenza al cambiamento, ma soprattutto a riforme inique e confuse che puntualmente mirano a mettere in discussione la sua funzione di carattere pubblico, dall’altra la crisi morale della magistratura, determinata evidentemente anche dalle leggi invecchiate che la disciplinano».
«Riconoscere costituzionalmente attrice al pari della magistratura, l'avvocatura, di cui dovrà sempre esserne salvaguardata l'autonomia e l'indipendenza, per garantire l'equilibrio necessario al sistema giudiziario, se vogliamo essere in grado di realizzare come si deve o meglio assecondare l'avvertita esigenza di una Giustizia sostanziale, equa, solidale e perché no anche empatica».
Sono alcuni dei passaggi dell'intervento della neo eletta presidente del Consiglio Nazionale Forense Maria Masi, alla cerimonia in Corte di Cassazione per l'inaugurazione dell'Anno giudiziario 2022.
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