Mascherin, presidente del Cnf: “Impegno preso oggi da Orlando e Legnini sul maggior peso dell'avvocatura nei Consigli giudiziari è una svolta, classe forense deve esserne all'altezza”
Il vertice del Consiglio nazionale forense commenta con soddisfazione la giornata di dibattito organizzata oggi a Roma con il guardasigilli, il vicepresidente del Csm e i vertici della Cassazione.
“Grande soddisfazione per un percorso di dialogo tra avvocatura e magistratura che va avanti, e che è la base per un rinnovamento del sistema giustizia nell’interesse dei cittadini”. È il commento di Andrea Mascherin, presidente del Consiglio nazionale forense, al termine dell’“Incontro con i Consigli giudiziari” organizzato oggi dallo stesso Cnf a Roma, presso la Sala Fellini. Al dibattito sono intervenuti il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, il primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio, il procuratore generale Pasquale Ciccolo, numerosi consiglieri dell’organo di autogoverno della magistratura e del Cnf. Al centro della discussione, il maggior peso da riconoscere all’avvocatura all’interno dei Consigli giudiziari, anche nelle valutazioni di professionalità sui magistrati, utilizzate poi dal Consiglio superiore nella scelta dei capi degli uffici. “Sono molto significative le aperture arrivate oggi da parte del ministro Orlando, del presidente Canzio e del vicepresidente del Csm Legnini”, osserva Mascherin, “in particolare riguardo a una riforma che preveda il diritto di voto per gli avvocati nei Consigli giudiziari. Devo dire che si tratta di una svolta attesa e in qualche modo doverosa. Ma un ordinamento giudiziario così rinnovato e aperto alla sinergia tra i protagonisti della giurisdizione richiede anche un impegno, da parte dell’avvocatura: la capacità di proporre rappresentanti all’interno dei Consigli giudiziari davvero dotati della più alta competenza possibile. Professionisti che siano in grado di svolgere una funzione così complessa e di realizzare in pieno l’obiettivo di un lavoro comune e sinergico con la magistratura. Siamo di fronte a una svolta che è a suo modo un fatto rivoluzionario per il nostro sistema giustizia”, conclude Mascherin, “e la giornata di oggi costituisce un passaggio decisivo di questo percorso”.