Cnf: "Ferma condanna per la brutale repressione delle proteste in Iran e le intimidazioni agli avvocati"
Il Consiglio Nazionale Forense esprime ancora una volta la più ferma condanna per la violenta repressione in atto in Iran, attuata con spietata brutalità da parte delle Autorità di Governo, delle pacifiche manifestazioni di protesta conseguenti alla morte di Mahsa Amini, la ventiduenne ragazza curda morta a seguito delle torture subite dalla “Polizia morale”, che l’aveva arrestata il 13 settembre scorso per non aver indossato in modo corretto l’hijab. Dall'inizio delle proteste, nel settembre 2022, sono stati uccisi 525 manifestanti, di cui ben 71 minori. Circa 5mila persone sono state arrestate ma il numero delle persone “scomparse” è molto superiore. Discriminazione e violenze vengono costantemente attuate contro le donne, le persone Lgbti e le minoranze.
Agli avvocati viene impedito il libero esercizio della professione. Sono 45 gli avvocati arrestati e, di questi, 18 sono ancora in carcere, mentre 27 sono stati rilasciati su cauzione. Al termine di processi sommari circa una ventina di manifestanti sono stati condannati a morte.
Gli avvocati di Armita Abbasi, una giovanissima manifestante arrestata il 10 ottobre 2022, con l'accusa di essere una leader delle proteste contro il regime iraniano, sono stai costretti a rinunciare all'incarico, in quanto gli è stato impedito di incontrarla in carcere. Armita Abbasi, che ha subito violenze e torture, sarà giudicata il 29 gennaio e rischia la pena di morte per le accuse di cui dovrà rispondere in tribunale.
Il Consiglio Nazionale Forense, quale massimo organo di rappresentanza istituzionale dell’Avvocatura italiana, esprime solidarietà a quanti si battono in Iran per richiedere il rispetto della dignità umana e delle libertà fondamentali e agli avvocati iraniani arrestati per aver legittimamente esercitato la professione e, pertanto, chiede alle Autorità iraniane :
- che sia garantita la libertà di manifestazione del pensiero, cessino la brutale repressione delle pacifiche proteste e le violenze contro le donne, le persone Lgbti e le minoranze etniche e religiose;
- che ai manifestanti detenuti o comunque sottoposti ad indagine in stato di libertà sia garantita l'effettività del diritto alla difesa e l'immediato accesso ad un avvocato;
- che gli avvocati non siano equiparati ai loro clienti a causa del libero esercizio della loro professione e che cessino tutte le minacce ed intimidazioni nei loro confronti;
- che alle persone sottoposte a processo, siano garantiti tutti i diritti e le garanzie procedurali previsti dalle convenzioni internazionali e dai principi del giusto processo;
- che cessi immediatamente il ricorso alla pena di morte;
Il Consiglio Nazionale Forense chiede inoltre al Governo italiano ed alle Istituzioni dell’Unione europea di esercitare ogni possibile azione, a livello diplomatico, per ottenere che Governo iraniano cessi le intollerabili violenze ai danni della popolazione e garantisca processi equi, cessando immediatamente il ricorso alla pena di morte.
All'appello del Consiglio Nazionale Forense hanno aderito l'Associazione Nazionale Magistrati e l'Osservatorio Pari Opportunità dell'Unione delle Camere Penali Italiane.
Leggi qui l'appello dell'Osservatorio Pari Opportunità UCPI